Buchenwald, nei pressi della foresta dell’Ettersberg e circa 8 chilometri da Weimar, è un campo di concentramento nazista costruito nel 1937 dove furono deportate oltre 238 mila persone, 60 mila di loro persero la vita e tra queste c’erano molti detenuti politici accusati di congiura contro Hitler. L’orrore del nazismo si manifesta nei forni crematori, nelle camere delle torture e nei laboratori per gli esperimenti medici: visitare questi luoghi non è facile, ma la forza di reagire, come quella avuta dai detenuti che liberarono questo campo prima dell’arrivo alleato, serve a non dimenticare.
È la strada d’ingresso che i deportati percorrevano sotto il controllo e la violenza delle SS tedesche.
Sul cancello dell’edificio d’ingresso una cinica iscrizione recita: “Jedem das Seine”, “A ciascuno il suo”.
Le 50 baracche fatte costruire dai detenuti e distrutte dopo la liberazione, sono state simbolicamente sostituite da innumerevoli pietre nere.
Prima dell’entrata c’è una sedicente infermeria. I deportati, con l’inganno di essere medicati, venivano visitati ma dal regolo che misura l’altezza uno sparo alla nuca li uccideva. Dall’infermeria il corpo veniva trasportato all’interno del forno.
Nel laboratorio si possono ancora vedere gli strumenti usati per la mutilazione dei detenuti e per gli esperimenti medici.
I prigionieri venivano legati al palo per molti giorni, anche fino al decesso. La carretta, piena di sassi estratti dalla cava, era tirata dai detenuti costretti a cantare.
All’interno del campo sono presenti un museo sulla storia dei campi di sterminio e sulla resistenza dei prigionieri di Buchenwald, guidati dal comunista Ernst Thalmann, e un museo che espone le opere di artisti antinazisti.
Il monumento, eretto negli anni ’50, si trova a 2 chilometri dal campo. Vicino si trovano anche le fosse comuni.